28 dicembre 2017
In un paese democratico l’informazione professionale resta
fondamentale, dice Gentiloni incontrando la stampa. Il governo ha messo
risorse, ma serve fare di più per tutelare la funzione dei giornalisti,
garantendo indipendenza
“In un grande paese democratico resta
fondamentale l’informazione professionale, il mondo dei giornali, delle tv e
del web è una parte irrinunciabile e essenziale. Il governo ha fatto cose
importanti: non solo la riforma dell’Ordine ma anche ha messo parecchie risorse
nel settore dell’editoria. Ma ha ragione Verna quando dice che bisogna fare
molto di più”.
A dirlo il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, incontrando
l’Associazione Stampa
Parlamentare nella conferenza stampa di fine anno. “Il di più”, ha specificato,
“ha a che fare con la libertà e la tutela della funzione dei giornalisti”. “E
la libertà si alimenta di autonomia e stabilità nel rapporto di lavoro, che
consenta a chi fa questo mestiere a farlo con la giusta indipendenza”.
Nel corso del suo discorso introduttivo, il
presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, ha
rivolto un appello per i “precari del giornalismo” e degli altri settori. Verna
ha chiesto un impegno affinché si “metta fine a un sistema basato sullo
sfruttamento”. “Troppi giornalisti sono precari, senza diritti e senza
garanzie”, ha detto, ribadendo come “gli aiuti a pioggia” dati al settore sono
stati importanti e positivi, ma che “nulla è stato chiesto agli editori sul
contrasto al lavoro precario”.
“La priorità assoluta è intervenire per riformare
l’accesso alla professione, datato 1963, quando era possibile una formazione a
bottega, ora non è più così”, ha spiegato Verna, parlando della necessità di
intervenire sulla formazione giornalistica come forma di argine al precariato.
Il tema del precariato è rimasto fuori dalla
riforma dell’editoria, ha ribadito però il presidente dell’Ordine, lamentando
anche la mancata approvazione del ddl sulle querele temerarie e lo stop per il
carcere ai giornalisti.
Tra i temi affrontati dal presidente del Consiglio
anche quello dei limiti antitrust per le fusioni tra società operanti nel
settore delle tlc e dei media. ”Può darsi che sia un limite ormai un po’
superato dal contesto globale ma consiglierei, quando ci sono limiti, di
discutere a fondo di cosa fare perché il tema delle regole contro le
concentrazioni è di un’attualità crescente anche se è diverso da 15 anni fa”,
ha spiegato Gentiloni. “Non basta eliminare i limiti della stagione precedente,
serve un antitrust più moderno”.
(da Primaonline.it)