Nei giorni
scorsi Ugo Mario Armati, consigliere tesoriere del Gruppo nazionale Giornalisti Uffici Stampa (Gus), nonché del Gruppo
Romano e consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti è deceduto. Nel
corso della sua lunga attività all’interno delle istituzioni giornalistiche è
stato membro dell’Esecutivo del CNOG,
presidente della Commissione amministrativa sempre del CNOG, tesoriere
dell’Angpi, l’associazione nazionale giornalisti pubblicisti, dell’Unione
giornalisti europei per il federalismo secondo Altiero Spinelli e
dell’Eapo&IC. E’ stato inoltre delegato ai congressi della Fnsi di Marina
di Castellaneta e di Bergamo.
Qui di seguito pubblichiamo il
ricordo pronunciato da Gino Falleri, presidente nazionale del Gus, al termine della funzione religiosa,
che ha visto presenti, tra gli altri, i dirigenti delle istituzioni
giornalistiche Enzo Iacopino, Franco Siddi e Giovanni Rossi, nonché i
consiglieri nazionali dell’ordine Carlo Felice Corsetti, Mauro De Vincentiis,
Vittorio Esposito e Roberto Rossi, Erano inoltre presenti Gianluca Bardelli,
consigliere segretario del Gus Romano, Antonio Berlingeri, Giorgio Prinzi,
Emilio Carsana e Brunetto Fantauzzi colleghi ed amici di Ugo Armati.
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Chi era Ugo
Armati? Si può tutto sintetizzare in cinque
aggettivi: è stato un uomo buono, un collega onesto ed un mio amico fedele,
fraterno e generoso per quasi 56 anni. La prima volta che l’ho incontrato è
stato nel marzo del 1958. Da allora sono nati un sodalizio professionale ed una
grande amicizia, che si sono chiusi purtroppo ieri mattina quando il sole non
era ancora sorto.
Lui che
amava il caldo e non lo soffriva. A Kuala Lumpur, con le sue bollenti
temperature estive, camminava spedito come se stesse a 500 metri sopra il
livello del mare. A Dublino, dove il caldo non si sente nemmeno ad agosto, era
conosciuto per una battuta di Karl O’Connor, che è stato un nostro insegnante
d’inglese, come l’uomo del cappello.
Ho detto che
è stato un uomo buono. Lo confermano le parole della Federazione nazionale
della stampa italiana espresse da Franco Siddi e riprese pure da Carlo Parisi,
vice segretario della Fnsi. Ugo era un
costruttore di ponti, non di barriere.
Ha sempre cercato di dirimere le controversie e di riappacificare gli animi. Al
Consiglio nazionale dell’Ordine era conosciuto come Ugo e tutti sapevano chi
fosse Ugo.
Era nella
sua natura. Per tutti aveva una parola buona, anche per chi lo aveva dileggiato
e più di uno l’ha fatto. Lui era un uomo onesto e sincero.
Ugo è il
stato il consigliere principe della politica che il Gruppo Pubblicisti Unitari
di Stampa Romana ha impostato e portato avanti per gl’interessi del colleghi.
Uno scambio di opinioni e di confronto improntato sempre su una grande lealtà e
alle volte pure frizzantino.
E’ stato
l’inseparabile amico e compagno di tanti viaggi, non solo quelli effettuati per
assolvere l’incarico di commissari governativi per l’emigrazione. Ma quelli
organizzati ed effettuati per conto nostro. Dall’Argentina all’Australia, dalla
Corea alla Cina, dalla Malesia alla Nuova Zelanda, fino a Wellington.
Non solo
vedere cose nuove, ma anche per dare vita a confronti con i colleghi di quelle
nazioni. Per sapere sempre di più sul mondo dell’informazione e sulle
condizioni dei giornalisti. Sulla deontologia.
Ora Ugo mi
ha lasciato solo, ha lasciato la sua famiglia, Santina, Cecilia e Riccardo, ma
ha lasciato anche tanti colleghi ancora increduli e che hanno voluto manifestare
con gli attuali mezzi di comunicazione il loro affetto ad un uomo che non ha
mai mancato di mostrare la sua solidarietà, il suo affetto e la sua amicizia.
Ciao, Professore.